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architettura rurale

 

Complesso architettonico di S. Giorgio alla Sega
Castelfranco Veneto - Treviso

 
Progetto di riuso, di conservazione, consolidamento e nuovi volumi
 
Committente: Soc. Bafin. S.r.l.
Periodo della prestazione: 2004-in corso
Edificio vincolato ai sensi del D.L.vo n. 42 del 2004
 
 

Il sito ha origini assai antiche e pare che assieme al vicino borgo della Pieve sia tra i più antichi di Castelfranco Veneto. Il toponimo deriva probabilmente da una sega ad acqua azionata dalla corrente del ruscello vicino. Le prime notizie incerte del sito s’individuano già nel 1192, quelle più sicure sono del 1330-44 quando si ha notizia che ivi vi fosse un “monastero et ospitale”. Intensa è la documentazione storica che proviene dal sito durante tutti i secoli anche perché era legato agli usi religiosi che venivano in loco ben documentati. Nel 1856 il seminario di Padova alliena il bene compresa la Chiesa alla famiglia che lo terrà fino ai giorni nostri. Architettonicamente il complesso è composto da due corpi di fabbrica più alcune addizioni recenti non sempre armoniche. Il primo è costituito dalla Chiesa e dalla Sacrestia e il secondo da una serie diversa di fabbricati attigui, a tre due e un piano destinati in parte a residenza in parte agli usi agricoli.
Le caratteristiche costruttive sono di estrema povertà: muri in laterizio, solai lignei e tetto a capriate con coppi.

 

 

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stato di conservazione

 

Non si annoverano interventi di restauro dalla fine dell’ottocento ai giorni nostri per cui il livello della conservazione di materiali e strutture era pessimo: tetti quasi completamente marciti, solai in parte crollati, murature senza quasi più intonaco, serramenti inesistenti.

progetto

 

Studi e analisi
La conoscenza attenta di carattere metrico, geometrico è proceduta di pari passo con l’analisi storica per cercare di interpretare le tracce strutturali rimaste e dare un senso al tutto con il progetto di conservazione e riuso.

Caratteristiche del progetto e dell’intervento
Le caratteristiche del progetto sono state tre: quella di conservare la Chiesa, il Campanile e la Sacrestia,  quella di consolidare e riutilizzare il rustico inserendovi in modo soft e con una progettazione che si adegui all’esistente alcune unità abitative e quella di progettare a fianco dei nuovi volumi compatibili. Il riuso del rustico è stato particolarmente impegnativo per la delicatezza delle strutture che potevano crollare a terra in ogni momento e per la necessità di ottemperare alle normative. Sono state progettate pertanto intense ma compatibili opere tecniche di consolidamento, un particolare interrato pensato per non turbare gli equilibri delle soprastanti murature e aggiunte di vani scala e ascensore atti a non indebolire ma rafforzare la compagine muraria.

cantiere

 

Interventi Tecnici
La Chiesa a differenza del resto aveva buone e antichissime fondazioni e quindi si è operato con una manutenzione graduale che interessasse tutto il manufatto dagli elementi più profondi alle finiture. Il rustico è invece stato consolidato con nuove fondazioni in c.a., realizzando su muri betoncini armati e applicando fibre di carbonio li dove le murature erano più soggette a tensioni eccessive; i tetti sono stati rifatti  recuperando tutto il legname possibile, i solai invece sono stati tutti consolidati, gli intonaci sono stati in parte conservati e in parte fatti nuovi a base di calce. Tutti gli impianti sono stati distribuiti a pavimento o esterni sulle pareti senza mai produrre incisioni sulle antiche murature.

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