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architettura religiosa

 

Chiesa di S. Pietro in Mavino - Sirmione - Brescia

 
Progetto di conservazione, di consolidamento e di adeguamento tecnologico
 
Committente: Parrocchia di S. Maria della Neve
Periodo della prestazione: 2003-in corso
Edificio vincolato ai sensi del D.L.vo n. 42 del 2004
 
 

La Chiesa di S. Pietro in Mavino sorge all’estremità della penisola di Sirmione del Garda sopra a un colle che domina tutto il Lago. Il sito ambientale è particolarmene ricco e stratificato perché sovrasta le famose Terme di Catullo e la Ciesa s’imposta su preesistenze di un tempio pagano. L’origine è testimoniata già da alcuni documenti dell’VIII secolo e quella del Campanile, che si addossa al lato meridionale, è attestata al IX secolo. La fabbrica, antichissima e stratificata, è ad aula unica con tetto a capriate, murature in sasso a vista all’esterno e intonaci affrescati con cicli pittorici di alto valore all’interno. Tra questi l’abside e alcune porzioni delle superfici laterali presentano affreschi con almeno quattro strati sovrapposti due anteriori al 1320 uno contemporaneo e uno del 1525.

 

 

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stato di conservazione

 

Le particolarità costruttive delle murature, unite alla scarsa compattezza del terreno di riporto e ai non rari eventi sismici hanno causato le notevoli deformazioni e fessurazioni delle strutture murarie verticali. Le sconnessioni del manto di copertura hanno permesso infiltrazioni copiose e l’innalzamento del terreno circostante ha facilitato la risalita capillare dell’umidità.

progetto

 

Studi e analisi
Il rilievo topografico, geometrico, diretto e tramite fotopiani sono stati alla base della conoscenza preliminare. Successivamente sono state realizzate campagne di caratterizzazione delle pellicole pittoriche, analisi stratigrafiche degli intonaci, indagini endoscopiche delle strutture murarie. Infine il tutto è stato rappresentato su grafici di sintesi che hanno consentito la lettura unitaria dei materiali, del degrado e del dissesto.

Caratteristiche del progetto e dell’intervento

Il progetto è stato condotto unitamente al procedere degli scavi archeologici all’interno e all’esterno che hanno portato alla luce importanti reperti oltre a consentire la comprensione della genesi della fabbrica. Stante la delicatezza di ogni elemento costruttivo e delle finiture che sarebbe stato facilissimo alterare il progetto ha avuto duplice finalità: quella di massimizzare la conservazione di ogni elemento materico e quella di consentire l’utilizzo liturgico nei limiti della compatibilità che l’antico edificio comporta.

cantiere

 

Interventi Tecnici:
Il primo lotto di lavori ha comportato all’interno lo smontaggio delle pavimentazioni in cotto della navata e degli scalini per consentire l’esecuzione degli scavi archeologici e all’esterno l’esecuzione di intercapedine aereata per risanare dall’umidità il piede delle murature. I molti reperti alto-medievali e tardo-antichi che gli scavi hanno messo in luce sul ricchissimo sito hanno di fatto rallentato e condizionando l’avvio del secondo lotto di lavori che consiste nell’accurata manutenzione del tetto, della superfici interne ed esterne, dei serramenti e degli impianti tecnologici.

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